Vorrei iniziare con qualche ringraziamento. Dio l’ho ringraziato in tutta l’Eucaristia. È lui che rende bella la mia vita ogni giorno confermandomi nel suo amore.
- Mi permetta Eccellenza di ringraziare prima di lei la mia famiglia. Mia Madre, mio Padre, che è in cielo, e la famiglia di mio fratello. Sono loro che mi hanno fatto percepire, fin dai primi battiti del mio cuore, l’amore di Dio per me.
- Ringrazio lei, S.E. Mons. Massimo Camisasca per la fiducia che mi ha dimostrato e per il suo essere qui oggi.
- Ringrazio anche le autorità presenti e il Sindaco per le parole dette. Avremo modo di conoscerci sempre meglio e mi auguro di riuscire a collaborare su vari fronti.
- Un pensiero riconoscente a tutti coloro che hanno organizzato e preparato questa serata. Li ringrazio tutti e poi, con calma, lo farò anche personalmente.
- Non voglio dimenticare i sacerdoti che hanno servito queste comunità prima di me. Il dono che ricevo oggi non sarebbe così ricco senza di loro.
- Infine un ringraziamento anche alle Comunità da cui vengo.Come ho detto anche a loro posso certamente affermare che il regalo più bello che ho ricevuto in questi anni sono stati proprio loro, ogni incontro, ogni avventura vissuta insieme. Una cosa è certa: quello che sono oggi è anche grazie a ciò che ho vissuto con voi, perciò lo porterò sempre con me, ovunque andrò nel mio futuro.
E ora le mie nuove Comunità.
Il rischio è quello di volere dire tutto. Ma l’esperienza insegna che il modo più sicuro per “non” essere efficaci in un discorso è quello di volere dire troppe cose.
Per questo motivo vi dirò una sola cosa. Vi accorgerete presto, però, che in tutto ciò che vivremo insieme questa cosa ritornerà sempre, come anima e orizzonte di fondo.
Perché sono qui e con che spirito inizio questa esperienza? Questo mi è molto chiaro! Io sono qui per riempire il mio cuore della bellezza di Cristo che, sono certo, potrò contemplare nella vostra vita. Sì, sono qui per riconoscere la bellezza di ognuno di voi…
In fondo il vangelo è questo. Gesù è venuto a raccontare all’uomo la sua bellezza. Per questo parliamo di “lieto” annunzio. E il lieto annunzio più che essere centrato su di noi è in Dio che trova la sua forza e verità: è lieto annuncio perché Dio ci cerca, viene verso di noi, ci salva. Questa è la prima “cosa lieta” che ci ha portato il vangelo, che ci ha portato Cristo: “Dio ci cerca e ci cercherà sempre”.
Poi c’è la bellezza che è presente in ognuno di noi. Senza Dio difficilmente riusciamo a vederla. Rischiamo di farci condizionare da codici culturali, emozionali, superficiali, che non esprimono la verità di questa dimensione. La bellezza è armonia, non è questo o quell’altro particolare.
Sono qui per scoprire, e aiutarvi a scoprire, la bellezza che c’è nella nostra parrocchia, nelle persone della nostra parrocchia, in ognuno di voi. Da qui impareremo a vedere la bellezza della Chiesa tutta e del mondo intero. Questo sarà il mio primo vivere il vangelo.
Uno dei motivi per cui l’evangelizzazione non è efficace è dovuto al fatto che non si va verso le persone con questo atteggiamento di chi cerca la loro bellezza. Oggi l’uomo non ascolta chi porta una verità dall’alto. Non gli interessa. Oggi l’uomo ascolta piuttosto chi risveglia in lui il senso della bellezza, da cui nasce la consapevolezza dell’importanza della propria vita e si accende la sete di felicità; è proprio qui che si incontra il nostro cuore con l’annuncio di Cristo.
Il vero senza il bene diventa fanatismo, il bene senza il vero è illusione. Attenzione! Il vero senza il bello diventa pericoloso o insignificante: non ti interpella.
Se l’uomo è fatto ad immagine di Dio ecco che il vivere la verità di sé significa rivelare la propria bellezza.
Non ce la farete a convincermi di non avere in voi qualcosa della Bellezza di Dio, qualcosa della bellezza dell’uomo. Ci potete provare, magari portandomi prove del vostro peccato, della vostra fragilità. Non credo che riuscirete a convincermi. Se impariamo, e io spero che lo facciamo insieme, a vedere la storia e gli uomini come li vede Gesù, ci accorgeremo che vi è nel mondo tanta bellezza. L’anno della misericordia che sta per iniziare vuole convincerci proprio di questo. Non vi è cosa brutta, pessima, che nel cuore di Dio non possa trovare un orizzonte di salvezza, che è bellezza.
Se poi questo diventa uno stile comune ecco che si realizza una Pastorale efficace, che porta a quell’armonia che è la Comunione. Ci può essere bellezza senza comunione? Con assoluta certezza vi dico di no.
Sono qui in mezzo a voi, e questo sarà il mio primo compito, per ripetervi, fino a stancarvi, che non vi è vita più bella, piena e vera del seguire Gesù Cristo. Come Gesù ha detto al giovane ricco: vuoi vivere veramente la vita più bella che c’è? Voi riempire quel vuoto che ti rimane e che ti ha fatto correre qui nonostante tutti i beni che possiedi? Beh, dopo averlo invitato a lasciare ciò che incatenava il suo cuore gli dice: vieni e seguimi. Per chi è con Cristo anche la sofferenza, la prova, la morte entrano in un orizzonte di speranza che ne mostra una bellezza particolare, sconosciuta al mondo.
Nel Commento al salmo 44 di S. Agostino troviamo la sintesi di quanto detto: “Bello è il Verbo presso Dio. Bello in cielo, bello in terra; bello nei miracoli, bello nei supplizi; bello nell’invitare alla vita e bello nel non curarsi della morte, bello nell’abbandonare la vita e bello nel riprenderla, bello nella croce, bello nel sepolcro, bello nel cielo. La debolezza della carne non distolga gli occhi dallo splendore della sua bellezza”.
È inoltre importante che abbiamo chiara una cosa: io senza di voi, senza quello che ognuno di voi, prima di tutto è, e poi fa, non potrò realizzare nulla di quanto vi ho detto. Credo in ognuno di voi, anche se ancora non vi conosco, con quel pregiudizio di fiducia che Dio in quanto Padre e Madre mi ha insegnato. Quel pregiudizio di fiducia che ogni genitore ha verso la propria creatura che viene al mondo. Ogni volta che reciterò il Credo nella S. Messa, riaffermando le verità su cui è fondata la mia vita di uomo e credente, ripeterò sempre nel cuore anche il mio: “Credo in ognuno di voi!”.
E se questo vale per voi, a maggior ragione riguarda i miei collaboratori: don Ermes, don Stefano, don Gianfranco. Sono riconoscente al Signore dei sacerdoti che mi ha donato come compagni di cammino. Ciò che cercherò di vivere con loro è proprio questo stile. Del resto se i sacerdoti non sono in comunione tra di loro ciò che dicono è “aria fritta” che non incide e non cambia il cuore della Storia, proprio perché non cambia il cuore della gente.
Concludendo vorrei guardare a Maria. Il Magnificat, una delle preghiere che più amo, non ci mostra forse la logica che abbiamo detto sopra? Scoprire che Dio ci ha fatto belli e vuole con noi operare cose grandi. Non è questa l’anima del vangelo e l’energia di ogni “vera” conversione?
Vorrei affidarmi a Maria perché possa accompagnarmi in questo cammino con voi. Non vi nascondo il mio grande amore per la Madonna e il mio desiderio di affidare ognuno di voi a lei. Ci insegnano i Santi che: “Quando le anime respireranno Maria come i corpi respirano l’aria… accadranno cose mirabili su questa terra”
Non ci rimane che cominciare a lavorare insieme, e ne ho proprio voglia.